Green pass sui luoghi di lavoro

Green pass sui luoghi di lavoro

Niente stipendio fin dal primo giorno per chi si presenterà a lavoro senza il green pass. Lo stop a ogni «retribuzione, compenso o emolumento» riguarderà tutti i lavoratori sprovvisti di certificato verde: sia i dipendenti della Pubblica amministrazioni che tutti i lavoratori del privato, non solo in uffici e fabbriche ma anche quelli che entrano nelle case (come colf e badanti), lavoratori autonomi compresi.

Perché dal 15 ottobre e fino al 31 dicembre – quando dovrebbe terminare lo stato di emergenza – per 23 milioni di lavoratori «è fatto obbligo di possedere e di esibire, su richiesta, la certificazione verde Covid 19». Così recita il nuovo decreto sul green pass varato in data 16 Settembre all’unanimità dal consiglio dei ministri.

Il Decreto si compone di nove articoli, i quali in sostanza sanciscono che senza green pass in Italia non si potrà lavorare. Lo stesso provvedimento legislativo pone in evidenza la disponibilità del Governo a riesaminare le misure di distanziamento e valutare l’aumento della capienza in stadi, palazzetti, teatri, eventi compresa l’apertura delle discoteche, ciò, dopo il parere del Cts che si esprimerà entro il 30 settembre guardando soprattutto a come
si comporta la curva del virus a due settimane dalla riapertura delle scuole.

La platea

L’obbligo di pass abbraccia tutta la Pa compresi gli «esterni» (come gli stagisti) che vi accedono assieme al personale di Autority, Consob, Covip, Banca d’Italia, enti pubblici economici, organi di rilevanza costituzionale, cariche elettive o istituzionali di vertice.

Il decreto introduce anche una norma ad hoc per l’accesso a tribunali e uffici giudiziari: il green pass dovranno averlo i magistrati ordinari, amministrativi, contabili, militari e onorari, gli avvocati e i procuratori dello Stato e i componenti delle commissioni tributarie.

La norma non varrà però per i legali: le disposizioni, dice il decreto, «non si applicano agli avvocati e altri difensori, consulenti, periti e altri ausiliari del magistrato estranei all’amministrazione della giustizia, testimoni e parti del processo». Un avvocato potrà dunque andare in tribunale senza il certificato ma dovrà mostrarlo per entrare in uno studio legale.

Il decreto rimette invece agli organi costituzionali – dal Parlamento al Quirinale fino alla Consulta – la decisione di estendere il ricorso ai certificati. Nel privato il pass sarà richiesto a chiunque svolga attività di lavoro dipendente o autonomo e sarà necessario «ai fini dell’accesso nei luoghi in cui la predetta attività è svolta». In pratica servirà anche a una colf o a un elettricista che deve accedere in una casa privata oltre che a tutti i dipendenti che frequentano un ufficio o devono entrare in fabbrica.

I controlli

Nella Pa sono i datori di lavoro ad essere tenuti a verificare il rispetto delle prescrizioni. Entro il15 ottobre devono definire le modalità per l’organizzazione delle verifiche. I controlli saranno effettuati preferibilmente all’accesso ai luoghi di lavoro come i tornelli e, nel caso, anche a campione.

I datori di lavoro inoltre individuano con atto formale i soggetti incaricati dell’accertamento e della contestazione delle eventuali violazioni. Come per il lavoro pubblico, anche per quello privato dipendente, saranno i datori di lavoro ad essere tenuti ad assicurare il rispetto delle prescrizioni, definendo sempre entro metà ottobre le modalità per le verifiche, che potranno ricorrere alla app «VerifiCa19», già impiegata per treni e ristoranti.

Le sanzioni

Nel settore Pubblico il decreto prevede che il personale avente l’obbligo del pass, se comunica di non averlo o ne risulti privo al momento dell’accesso al luogo di lavoro, è considerato assente ingiustificato con lo stop allo stipendio già dal primo giorno e fino alla sua presentazione; dopo cinque giorni di assenza il rapporto di lavoro è sospeso.

Nel settore privato la sospensione scatterà dal primo giorno così come la retribuzione. In ogni caso, precisa il decreto, «senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro». Nelle aziende con meno di 15 dipendenti, le nuove norme consentono al datore di lavoro di sostituire temporaneamente il lavoratore sprovvisto di green pass.

Per i datori di lavoro che non effettuano i controlli sono previste sanzioni da 400 a mille euro, mentre dipendenti pubblici, privati e autonomi che verranno sorpresi in un luogo di lavoro senza il pass rischiano una sanzione da 600 a 1.500 euro. E sanzioni sono previste anche per i magistrati ordinari: l’accesso senza il pass è considerato «illecito disciplinare» ed è sanzionato in base alla normativa di riferimento.

 

Foto di thedarknut da Pixabay